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 PERUGIA UN’ABBONDANZA DI BELLEZZA INTRINSECA

«Forse farò un favore al lettore dicendogli come dovrà trascorrere una settimana a Perugia. La sua prima cura sarà di non aver fretta, di camminare dappertutto molto lentamente e senza meta e di osservare tutto quello che i suoi occhi incontreranno.» (Henry James, Transatlantic Sketches, 1875)

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Perugia è un’abbondanza di bellezza intrinseca anche nel nome: deriva infatti dal greco periousia, che significa sovrabbondanza.

Certo, è necessario essere disposti a camminare un po’, magari seguendo il consiglio sempre attuale dello scrittore americano Henry James.

Città d’arte, ricca di storia e monumenti, fondata dagli Etruschi, è polo culturale ed economico della regione, meta turistica e sede universitaria.

Il centro storico di Perugia si adagia su un’acropoli che sorge all’altezza di ca 450 m s.l.m.. Nel punto più alto, Porta Sole, l’altezza è di 494 m. Il centro storico si sviluppa intorno a questo punto e sul crinale dei colli che da esso dipartono, formando una acropoli e cinque borghi medievali prolungati su cinque porte.

Perugia è situata nell’entroterra dell’Italia centrale nel punto più largo della Penisola. È la città più grande tra Firenze e Roma, collocata in posizione intermedia: distante ca 150 km da Firenze, Roma e Ancona, ca 400 km da Milano, Genova e Napoli.

Ci vogliono buone gambe per girovagare in città, ma la fatica è ricompensata da un panorama mozzafiato e dalla scoperta di piccoli tesori nascosti.

La nostra visita inizia dalla Rocca Paolina.

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Costruita tra il 1540 e il 1543 per volere di papa Paolo III, la Rocca Paolina ha rappresentato, fino al 1860, il simbolo del potere papale sull’antico comune. Dopo le demolizioni post-unitarie restano gli imponenti sotterranei e la Rocca Paolina è attraversata da un percorso di scale mobili che collegano Piazza Partigiani a Piazza Italia, in centro.

Proseguiamo per Corso Vannucci (fare una vasca, in dialetto perugino, equivale a dire “fare una passeggiata in Corso Vannucci”), sovente chiamato il Salotto Buono di Perugia, prende il nome da Pietro Vannucci, pittore nato a Città della Pieve e celebre con l’appellativo Il Perugino. Lungo la maestosa via si sviluppano imponenti e importanti palazzi: Palazzo dei Priori (al pianterreno il Collegio del Cambio, affrescato dal Perugino, e il Collegio della Mercanzia), Palazzo dei Notari (XV sec.), Casa di Baldo degli Ubaldi (XV sec.), chiesa di sant’Isidoro (sconsacrata), Palazzo Donini (1716).

E arriviamo infine in Piazza IV Novembre, la bellissima piazza centrale di Perugia.

Si trovano almeno tre punti di interesse che devono assolutamente essere visitati:

  • Cattedrale di San Lorenzo
  • Palazzo dei Priori
  • Fontana Maggiore

Sempre affacciato sulla Piazza IV Novembre si nota subito una delle fiancate della Cattedrale di San Lorenzo con i suoi marmi rosati. Tutta la cattedrale è piena di opere d’arte sia al suo interno sia su tutta la superficie esterna.

Il Palazzo dei Priori, conosciuto anche con l’appellativo di Palazzo Comunale, fu edificato tra il 1293 e il 1443. Al suo interno è possibile ammirare la sala dei Notari, sala del Popolo fino al 1582.

Il primo piano ospita la sala del consiglio comunale sulla cui porta è dipinta la Madonna dal Pinturicchio. Ci sono altri dipinti nel palazzo tutti di grande valore artistico, da notare la presenza della mano di Raffaello tra le opere.

La Fontana Maggiore

La Fontana Maggiore (12751278) è uno dei principali monumenti della città e di tutta la scultura medievale.

Le due vasche sono decorate a bassorilievi scolpiti da Nicola e Giovanni Pisano: in quella inferiore sono rappresentati i simboli e le scene della tradizione agraria, i mesi dell’anno con i segni zodiacali e le arti liberali, la bibbia e la storia di Roma; in quella superiore sono raffigurati nelle statue personaggi biblici e mitologici.

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La nostra visita prosegue attraverso la pittoresca Via Maestà delle Volte verso Piazza Cavallotti.

Una delle aree più suggestive della città medievale, dove la complessità delle stratificazioni edilizie è esemplificativa delle trasformazioni urbanistiche che segnarono la transizione verso l’età comunale. Il palazzo che la sovrastava, affacciandosi sulla piazza e addossandosi al primitivo palazzo dei Consoli, poi del Podestà, è quello voluto da Martino IV nel 1284, di cui sono identificabili alcune bifore superstiti. Nel tratto iniziale sono visibili i resti della volta che sorressero una sala del Palazzo del Podestà medievale distrutto in un incendio nel 1534.

La via, angusta e buia, conteneva la «Maestà» dipinta sotto una volta di sostegno del palazzo del Podestà dal Maestro della Maestà delle Volte. Nel 1335, per proteggere l’affresco fu eretto l’oratorio della Maestà delle Volte, arricchito nel 1470 da un rivestimento scultoreo di Agostino di Duccio. apparteneva all’oratorio trecentesco della Maestà delle Volte, distrutto dall’incendio del 1534, fu ricostruito nel 1567, con facciata di Bino Sozi. All’interno, si conserva il ridipinto affresco della Madonna (originale del 1330 circa). A sinistra dell’oratorio rimane un archetto a fasce bianche e rosse, un tempo parte del portico gotico che precedeva la chiesa trecentesca.

La via prosegue tortuosa mostrando brani significativi della città vecchia che formano un contesto urbano di notevole fascino. Una casa-torre del XIII-XIV secolo getta tre alte arcate sulla scoscesa via Fratti; passando sotto un voltone, adorno di una terracotta del 1945 raffigurante i Ss. Ercolano e Costanzo che presentano la città di Perugia alla Madonna con il Bambino, si giunge in vista di un amplissimo arco di scarico al di sopra della via.

Usciti dalla volta sovrastante la via, sulla sinistra, si apre una minuscola piazzetta con una fontana in stile medievale, però realizzata solo nel 1927-28 sul cui retro si apre su un cortile pittoresco.

E il nostro giro termina con l’Arco Etrusco, la più grande e monumentale delle porte, (IV-III secolo a.C.) orientata verso nord. Nell’arco a tutto sesto è incisa la scritta “Augusta Perusia”.

È ora tempo di una pausa e allora non può mancare uno sguardo alla cucina umbra, semplice che tende tuttavia a esaltare il gusto delle materie prime.

Il pane caratteristico della città di Perugia (come nel resto della regione) è simile al pane toscano e marchigiano, ovvero senza sale: la tradizione sciapa viene fatta risalire alla cosiddetta guerra del sale, in ribellione alla tassa imposta da Paolo III nel 1531 per l’uso del sale. Con fette di pane intere abbrustolite, strofinate con uno spicchio d’aglio, un pizzico di sale e poi condite con olio extravergine d’oliva si prepara la tipica bruschetta.

Focaccia caratteristica a Perugia e nel resto della provincia, è la torta al testo.

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Fra i primi degni di nota gli gnocchi di patate al sugo d’oca, le tagliatelle al ragù con rigaglie di pollo, le penne alla norcina e i cappelletti in brodo.

Per quanto concerne i secondi, tipicamente perugini sono il piccione arrosto ripieno, la porchetta di maiale, e gli arrosti misti alla brace.

 

I dolci tipici sono il torcolo di San Costanzo, caratteristico per i festeggiamenti del Patrono (29 gennaio), a forma di ciambella con pinoli, semi di anice, uvetta e canditi, e la ciaramicola, un torcolo con mollica rosata e crosta meringata bianca, dolce tipicamente pasquale. Biscotto tipico per il periodo della Commemorazione dei Defunti (2 novembre), sono le fave dei morti, a base di pasta di mandorle. Frappe e strufoli sono i dolci tipici del carnevale.